martedì 20 marzo 2018

Madrid, piccoli appunti in fotografia.

Sono stata a Madrid per poche ore, giusto il tempo di fare una passeggiata esplorativa in centro sotto la pioggia, mangiare bene con persone a cui voglio bene ed infilarmi nel Museo del Prado per farmi stordire dalla bellezza e uscirne con il desiderio di tornarci presto.
Qui sotto alcune foto e qualche nota su una città ancora tutta da scoprire.

Estación de Atocha: la serra costruita al posto dei vecchi binari della stazione.



Le targhe con i nomi delle strade sono in ceramica e dipinte a mano,




 
Piante appese nel bellissimo Real Jardín Botánico.



Nei dintorni di Calle del Marqués Viudo de Pontejos, si trovano antiche e fornitissime mercerie. In questa vetrina un insolito abbinamento di crocifissi e mutande. 




Il Comune di Madrid per pubblicizzare l'acquisto del biglietto cumulativo per i tre meravigliosi musei principali della città (Museo del Prado, Museo nacional reina Sofia e Museo Thyssen-Bornemisza) propone l'applicazione "Paseo del arte imprescindible" disponibile in nove lingue. Anche a Madrid le traduzioni automatiche giocano brutti scherzi e i falsi amici sono sempre in agguato: poichè lo spagnolo "abono" significa sia "abbonamento" che "concime", l'applicazione ti propone di "Comprare fertilizzanti" invece che biglietti di museo.



lunedì 26 febbraio 2018

Ho visto un re



Sintetici accenni su: politici in prigione, politici all'estero, meccanici denunciati, rapper condannati, opere d'arte censurate, allenatori che rischiano la squalifica ...
(nella prima foto segnalibri distribuiti in biblioteca). 

Uno stencil per la strada inneggia alla libertà di Oriol Junqueras, vice presidente della Generalitat catalana in carcere dal 2 novembre 2017:


Nell'immagine sotto una bella lettera a Repubblica firmata Rossella Selmini intitolata "Perchè ci dà fastidio l'esempio catalano" e che forse riguarda un po' anche noi italiani.


Qui l'articolo del New York Times che parla dell'opera d'arte "Presos politics" di Santiago Sierra censurata a Madrid (sotto).


Sotto il video del rapper Valtonyc condannato a tre anni e mezzo per ingiurie alla corona e per aver difeso i membri dell'Eta (il testo è in catalano con i sottotitoli in spagnolo).


Pep Guardiola, catalano, allenatore del Manchester City rischia la squalifica per continuare a portare il nastro giallo simbolo di solidarietà con i prigionieri politici.


La sindaca di Barcellona e il presidente del Parlamento catalano si sono rifiutati di partecipare all'accoglienza e al baciamano di re Felipe VI, che ieri sera è venuto a Barcellona per la prima volta dopo il referendum, per inaugurare il Mobile World Congress.
Il re è stato accolto da manifestanti al grido di "Fora el Borbò" (Fuori il Borbone), dall'inno repubblicano e da migliaia di pentole e coperchi risuonanti in tutta la città.
Nella foto sotto: l'area transennata per l'arrivo del re e una manifestazione repubblicana.


E poichè "sempre allegri bisogna stare / che il nostro piangere fa male al re" qui sotto "Ho visto un re" di Jannacci, in questa speciale versione anche con Fo, Celentano, Albanese e Gaber.

martedì 12 dicembre 2017

Groc

 
Groc in catalano significa giallo.

E' il colore scelto per simboleggiare il supporto ai "prigionieri politici" o ai "politici imprigionati" (dipende dal punto di vista) e per questo ora è vietato.

Sono state spente le luci gialle che illuminavano le fontane (foto Archivio ACN) ...


... ma le reazioni nelle reti sociali e per le strade non si sono fatte aspettare.

Signore che fanno la maglia (gialla)
Parc de la Ciutadella
Sede municipale del quartiere di Sarrià
Un laccio fatto con i caschi dei pompieri

A questo link un breve video della BBC che ne parla: Catalonia polls prompt crackdown on yellow




giovedì 30 novembre 2017

Muri

In ritardo, purtroppo, ho scoperto questo festival di fotografia documentale e fotogiornalismo: si chiama Barcelona DOCfield e comprende laboratori, proiezioni, esposizioni. L'edizione di quest'anno è la quinta ed è focalizzata sul tema del viaggio e della mobilità umana (qui il sito).

Sono incappata per caso in una delle mostre allestite all'aperto: il fotografo è il tedesco Kai Wiedenhöfer e il titolo dell'esposizione, che è anche un libro, è "Confrontier".
Si tratta di immagini di "muri" fisici che dividono le persone perchè diverse per nazionalità o per ideologia, per religione o per potere d'acquisto.
Sono barriere di cemento, di tronchi, di rete, di pochi km o di migliaia; come dice il fotografo "le barriere sono una protezione ma anche una gabbia; sono scudi ma anche trappole".

Qui sul sito ufficiale potete vedere le impressionanti immagini della mostra, di seguito ce ne sono tre:
Stati Uniti / Messico;
Israele
Ceuta e Melilla / Marocco





Vi lascio con due canzoni e con l'augurio che ognuno trovi il tempo e la voglia di pensare ai propri muri, a quelli che erige e a quelli che sarebbe meglio abbattere.

Una versione de "La muralla" di Ana Belem e Victor Manuel.

"Al corazón del amigo:
abre la muralla;
al veneno y al puñal:

cierra la muralla" 



Ivano Fossati "La musica che gira intorno".

"Sarà la musica che gira intorno
saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro"


giovedì 19 ottobre 2017

Aspettando l'arcobaleno

Arcobaleno sopra il Tribunale di Barcellona

Il braccio di ferro tra il Governo spagnolo e la Generalitat catalana continua.

E' stato interrogato il capo dei Mossos d'Esquadra (Josep LLuis Trapero) e sono stati trattenuti in prigione i leader dei due principali movimenti indipendentisti (Jordi Sachez dell'Asamblea Nacional Catalana, ANC e Jordi Cuixart di Omnium).
L'altra sera c'è stata una manifestazione con candele di solidarietà ai due "Jordis" e il fiume di cera che ha ricoperto la strada ha reso necessario l'apporto di 90 persone e 53 mezzi che per ore hanno pulito il selciato chiudendo il traffico.
Puigdemont e Rajoy si scrivono ma non si leggono e non si ascoltano.
In mezzo una Catalunia sospesa sotto la pioggia.

Aspettando l'arcobaleno, vi lascio con alcune immagini raccolte per strada in questo periodo e tre "inni" catalani: quello ufficiale in curiosa versione heavy metal; una vecchia canzone di Lluis Lach, importantissimo cantautore catalano, che è diventata la principale canzone di protesta in tutte le manifestazioni e, in fine, "El cant dels ocells" di Pau Casals.



Versi del poeta Vicent Andrés i Estellés (1924-1943) su un lenzuolo steso a Sant Pere mes baix:
"No et limites a contemplar / aquestes hores que ara vénen, / baixa al carrer i participa. / No podran res davant d’un poble / unit, alegre i combatiu.
(Non limitarti a contemplare queste ore che stanno arrivando, scendi in strada e partecipa. Non potranno nulla davanti ad un popolo unito, allegro e combattivo)"

"Votiamo per essere liberi" in inglese e in arabo

"Siamo gente di pace"

"La carta vince sempre la pietra"

 
A Soud of Thonder "The Reapers" (Els Segadors)


Lluis Llach "L'estaca"
L' "estaca" è il palo a cui siamo tutti legati e, come dice il ritornello, "Se io tiro forte di qui e tu tiri forte di là, sicuro che cade, cade, cade e potremo liberarci"

Pau Casals "El cant dells ocells"
Si tratta di una canzone tradizionale natalizia che Casals, esiliato in periodo franchista, eseguiva come simbolo di pace e libertà.

mercoledì 11 ottobre 2017

Parliamo?


Il tema è sempre l'indipendenza della Catalonia, negli ultimi giorni gli eventi si susseguono numerosi e velocissimi.

Una piccola cronaca dopo l'1 ottobre.

Martedì 3 è stato dichiarato lo sciopero generale che ha coinvolto tutta la regione, persino le attività commerciali gestite da cinesi che normalmente non chiudono mai, erano serrate.
Via Laietana durante lo sciopero generale
Sabato 7 in tutta Spagna ci sono state manifestazioni per il dialogo: PARLEM e HABLEMOS gli slogan scanditi da tante persone con opinioni anche molto diverse ma che credono che la via politica e di confronto sia l'unica strada possibile per non farsi male tutti. Il loro simbolo è il colore bianco.

Barcellona
Madrid (Foto La Vanguardia)
Una casa del quartiere di Sarrià. Sul cartello grande è scritto "A causa degli sviluppi, abbiamo cambiato la facciata"
Domenica 8 a Barcellona sfilano centinaia di migliaia di persone contrarie all'indipendenza. Lo slogan era "Recuperiamo il senno e abbandoniamo la rabbia". Anche qui le posizioni sono molto varie e la folla è grande e pacifica. Purtroppo ci sono anche atteggiamenti estremi e aggressivi. Molte le occasioni, fortunamente senza gravi conseguenze, in cui le persone hanno espresso la rabbia e perso il senno, molti i saluti fascisti, gli insulti, vicino a casa un ferro che spacca il vetro di una finestra, manifestanti attaccati rancorosamente ai citofoni di chi espone la bandiera catalana, un vicino che non può rientrare per l'assedio all'ingresso.

Per la Spagna unita (foto Il Post)
Lunedì 9 un dirigente del Partito Popolare (lo stesso di Rajoy) in conferenza stampa avvisa Puigdemont che "non dichiari l'indipendenza altrimenti potrebbe finire come chi l'ha dichiarata 83 anni fa" riferendosi a Lluís Companys che, per chi non lo sapesse, in seguito fu arrestato e fucilato da Franco.

Lo stesso giorno l'alcaldessa Ada Colau, sindaca di Barcellona, fa una dichiarazione ufficiale e parla a Spagna e Catalonia chiedendo calma e ragionevolezza. Da non indipendentista sostiene il diritto alla scelta e invita alla mediazione e al dialogo. Personalmente ho apprezzato moltissimo il discorso e ve lo propongo (in catalano con trascrizione).



Martedì 10 il Parlamento catalano si riunisce davanti ad oltre 900 giornalisti accreditati da tutto il modo, proclama l'indipendenza ed esattamente sei secondi dopo la sospende per proporre una strada di confronto con il Governo centrale.

Mercoledì 11 a Madrid devono decidere se accettare di aprire un dialogo o applicare l'articolo 155 che sospenderà l'autonomia della regione catalana ma prima devono capire se l'indipendenza sia stata o meno dichiarata. Questa sarebbe la prima volta in cui verrebbe applicato l'articolo 155 perciò non se ne conoscono con precisione le modalità e le conseguenze.

Il 10 ottobre, dopo il discorso del Presidente della Generalitat, il nostro oste preferito, colto e spiritoso, ci ha accolto con un bicchiere di cava (le bollicine catalane) e ha brindato alla RES PUBLICA: "RES" in latino significa "COSA" mentre in catalano significa "NIENTE".

lunedì 2 ottobre 2017

Una domenica bestiale

Quando ho aperto questo blog, un anno e mezzo fa, mai avrei pensato di parlare di attentati e pestaggi. Vivere a Barcellona in questo periodo è un po' pericoloso, molto emozionante, di sicuro interessantissimo. Da ieri per me è anche una questione di principio democratico.

Oggi è il 2 ottobre e mentre scrivo una folla è riunita davanti alla sede del governo catalano per denunciare i soprusi della polizia avvenuti durante le votazioni di ieri.

La domenica passata è stata una giornata di vergogna e dignità: queste le parole che sorgono più spontanee per commentare i fatti nei commenti della gente e sui media. La vergogna per i metodi del governo spagnolo, la prepotenza, l'uso della forza. L'obiettivo era provocare una popolazione che ha reagito con la dignità di chi non risponde alle provocazioni. La dignità dei moltissimi anziani ("gent gran" in catalano) che hanno votato con il desiderio di una vita. La dignità dei pompieri che si sono messi davanti alla polizia per difendere la gente.

Davanti a casa c'è una scuola. Gli abitanti del quartiere, come nel resto dei seggi, si sono organizzati per proporre attività ricreative nel fine settimana per poter restare all'interno fino all'apertura del seggio la domenica mattina.
I Mossos d'esquadra arrivano prima dell'apertura e non intervengono. Iniziano tranquillamente le operazioni di voto ma poco dopo arriva la polizia nazionale (foto sotto). Da fuori si sente ritmare "Votarem" e poi all'improvviso un rumore fortissimo, continuo e violento: le martellate per rompere le porte ed entrare. Il seggio viene svuotato, le urne e le schede portate via. Un amico che incontro poco dopo se l'è cavata con qualche livido ad una gamba. Oggi sul giornale leggo che tra i feriti di questa scuola c'è anche un ragazzo che rischia di perdere l'occhio ferito da una pallottola di gomma.



Il seggio vicino invece non verrà visitato dalla polizia. Sotto la pioggia gli elettori fanno ore e ore di coda per poter votare.


I risultati di questo referendum sono più di 300 seggi chiusi, quasi 900 feriti, la preoccupazione per lo sviluppo della situazione, scuole danneggiate, bambini a cui bisogna spiegare il comportamento delle forze dell'ordine, un governo centrale debole che, armato, fa il bullo con persone armate di schede elettorali, un governo locale che si fa sempre più forte per reazione se non per convinzione.

Tutti credono di aver vinto ma tutti hanno perso.

In piazza dopo qualche minuto di silenzio cantano l'inno catalano che inizia così:

"Catalunya, triomfant,
tornarà a ser rica i plena!
Endarrera aquesta gent
tan ufana i tan superba!"

In italiano:
"Catalogna, trionfante,
tornerà ad essere ricca e grande!
Torni indietro questa gente
tanto presuntuosa e tanto superba!"